Defecografia, Perineografia e Defeco-TAC
La valutazione della regione ano-rettale con metodiche radiologiche convenzionali iniziò nel 1969 con Kerremans che per primo utilizzò un mezzo di contrasto che simulasse la consistenza del materiale fecale e studiò l'evacuazione con tecnica cineradiografica.
Da allora lo studio radiologico è diventato uno strumento irrinunciabile nella valutazione dei pazienti con disturbi dell'evacuazione. Attualmente si utilizza la tecnica proposta da Mahieu che prevede l'utilizzo di m.d.c. baritato denso e l'acquisizione di immagini con paziente seduto su un adeguato supporto.
Vengono eseguiti radiogrammi nelle fasi statica (riposo, ritenzione, torchio addominale) e dinamica con documentazione di varia natura (spot-camera, registrazione VHS, registrazione digitale).
Si tratta di esami diagnostici per immagini di tipo funzionale che consentono di evidenziare anomalie della defecazione come la defecazione ostruita da rettocele, prolasso mucoso occulto, intussuscezione intrarettale o intraanale, la procidenza rettale, la sindrome dell'ulcera solitaria del retto, la dissinergia rettosfinteriale o puborettale.
Consentono inoltre di evidenziare una incontinenza fecale con incapacità di vario grado di trattenere il materiale radiopaco introdotto per via retrograda a causa di incapacità sfinteriale o alterazione della compliance rettale.
In casi di prolasso rettale e perineo discendente la defecografia evidenzia una diastasi (allontanamento) degli elevatori, una profondità abnorme del cavo di Duglas ed un distacco delle connessioni posteriori al sacro. La valutazione di questi parametri diventa prioritaria nei soggetti giovani candidati all'intervento chirurgico e in cui la valutazione preoperatoria non può considerare solo la fuoriuscita dell'organo sotto sforzo.
Infine la defecografia trova indicazione nel retto operato per l'osservazione dei risultati funzionali dopo post-anal reapair, colectomia totale con ileoresevoir, coloanastomosi, amputazioni addomino-perineali con gracileplastica elettrostimolata, le fistulectomie in fistole anali complesse.
Recentemente è stato proposto anche l'utilizzo della RMN (risonanza magnetica nucleare) per lo studio dei disordini del pavimento pelvico. I vantaggi di questo esame sono la ripetibilità senza rischio di esporre a eccessive radiazioni il paziente e la notevole definizione di immagine. Sono però presenti dei limiti nella conduzione dell'esame in fase dinamica.