Emorroidi
l termine emorroidi significa “sangue fluente” (aima-reo) e indica un tessuto molto vascolarizzato che si trova normalmente nella parte più distale del retto e del canale anale. Si tratta infatti di strutture presenti fin dalla nascita e che vanno pertanto considerate “normali” fintanto che subiscono delle modificazioni anatomiche, strutturali e funzionali responsabili dei sintomi e segni appartenenti alla patologia emorroidaria. Sono in sostanza dei cuscinetti elastici che si adattano alle modificazioni del lume anale e ne consentono la chiusura e perfetta tenuta.
Diversamente da come spesso vengono definite non si tratta di semplici “varici” ma di un complesso tessuto "spugnoso" (sacculare) in cui possiamo distinguere un ampio reticolo arterioso e capillare, più arterioso che venoso, immerso in un tessuto connettivo e sostenuto da fibre di ancoraggio (ligamento di Parks) allo sfintere interno.
Il fatto che non siano semplici varici è suffragato anche dalla caratteristica del sanguinamento emorroidario in cui il sangue è sempre rosso chiaro e quindi arterioso. Classicamente (sec. Thomson) vengono descritti tre cuscinetti emorroidari: l’anteriore e posteriore destro e il laterale sinistro che nel loro insieme chiudo l’orifizio anale creando uno spazio virtuale a forma di “Y”.
Il ruolo fisiologico delle emorroidi, anche se ancora adesso controverso, sembra infatti essere quello di chiudere e garantire la perfetta tenuta del canale anale in un sistema estensibile e comprimibile. In corrispondenza dei cuscinetti descritti esiste, in maniera incostante, la diramazione dell’arteria emorroidaria inferiore.
Si è soliti perciò distinguere dal punto di vista anatomico e clinico le emorroidi in emorroidi interne ed emorroidi esterne.