Fattori scatenanti la patologia emorroidaria
Su quegli che abbiamo visto essere dei fattori predisponenti agiscono i fattori patogenetici veri e propri: i fattori scatenanti.
Ma di cosa si tratta?
Si tratta di fattori come gravidanza, travaglio di parto, modificazione dell'alvo (stipsi o diarrea), utilizzo di farmaci per via locale, disordini alimentari con produzione di feci di consistenza o chimica alterata che determinano, in soggetti predisposti e in forma episodica o stabile, la patologia emorroidaria.
Classicamente esistono tre teorie secondo cui questi fattori agiscono:
- La teoria del fattore meccanico, considerato essenziale nello scivolamento e nel prolasso delle emorroidi. La stipsi e gli sforzi durante l’evacuazione che questa impone durante la defecazione spiegano l’indebolimento dei tessuti di sostegno. Una eccessiva elasticità della sottomucosa anale, presente soprattutto nell’anziano e nella donna in menopausa, e il progressivo rilassamento degli elementi di sostegno spiegano il prolasso che si determina nella patologia emorroidaria.
- La teoria del fattore vascolare: questo gioca un ruolo primario nell’emorragia per una alterazione di complessi meccanismi di circolo e microcircolo. La difficoltà del ritorno venoso in questo distretto predisporrebbe al peggioramento del prolasso e alla trombosi emorroidaria
- La teoria del fattore sfinterico, chiamato in causa per la presenza di un ipertono sfinteriale di base osservato in alcuni lavori eseguiti sull’argomento. Studi manometrici hanno dimostrato che nella malattia emorroidaria le pressioni del canale anale sono del 30% superiori rispetto alla norma ed esistono inoltre onde di fluttuazione anomale. Il meccanismo esatto non è ancora chiarito ma sembra che sia dovuto ad un aumento di attività dello sfintere interno.