Trattamento del prurito anale
Quello che dico sempre vale anche per questo capitolo: parlare di terapia mi piace poco e non deve indurvi a iniziative personali.
In sintesi, comunque, va considerato lo schema iniziale e quindi dobbiamo agire sul prurito come sintomo ma anche sulla causa del prurito stesso.
La cosa migliore sarebbe che alla visita proctologia o di laboratorio emergesse una causa organica per il prurito.
Questo sarebbe di gran sollievo non solo per il paziente ma anche per il medico, perché consentirebbe di agire con una terapia mirata avendo una sufficiente probabilità di successo su questo che diversamente potrebbe diventare un vero inferno.
In generale va eseguita una corretta igiene utilizzando detergenti a ph neutro, assicurandosi di asciugare bene la zona utilizzando preferibilmente salviette di lino senza strofinare la cute per evitare le microlesioni.
Allo stesso tempo non si deve eccedere con la pulizia di tipo maniacale.
Si deve evitare qualsiasi attività che sia all’origine di eccessiva sudorazione (soprattutto lunghi spostamenti in sella a bicicletta, moto, cavallo).
In fase acuta vanno evitate pomate o creme locali.
Queste verranno applicate in un secondo momento e potranno essere di volta in volta a base di eosina, fluorescina, cortisonici a dosi scalari (con attenzione per evitare di favorire la crescita micotica), pasta ittiolata, pomate antimicotiche se si sospetta (o meglio se ne abbiamo la conferma di laboratorio) una micosi.
Qualora ci si trovasse in presenza di un soggetto allergico va innanzitutto allontanato dall’agente sensibilizzante e quindi instaurata una terapia con antistaminici per via sistemica
Nei casi di pazienti con disturbi di tipo neuroastenico vanno presi provvedimenti da parte di specialisti diversi (neuropsichiatri, psicologi) in grado in correggere un comportamento che inizialmente è sine materia ma che poi, in conseguenza delle microlesioni, innesca un meccanismo perverso senza apparente via di uscita.